Reali Ferriere ed Officine di Mongiana

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Le Reali ferriere ed Officine di Mongiana o Polo siderurgico di Mongiana è stato un importante complesso siderurgico realizzato a Mongiana (VV) nel 1770 – 1771 da parte della dinastia dei Borbone di Napoli.
Parte integrante del complesso industriale e militare del Regno delle Due Sicilie, e impianto di base per la produzione di materiali e semilavorati ferrosi arrivò nel 1860 a dare lavoro a circa 1.500 operai. Travolto dalle vicende legate al processo di unificazione politica della penisola italiana, fu messo in secondo piano da parte del governo sabaudo, ed iniziò un rapido declino, che lo portò a cessare le proprie attività nel 1881. L’architetto che costruì il primo complesso fu il napoletano Mario Gioffredo nel 1771 e Il primo direttore fu G.F. Conty.

A partire dal 1806 la Calabria è sotto il controllo dei francesi e il Ministero della Guerra e Marina francese diventa il proprietario del complesso e nel 1808 il nuovo direttore è il capitano Ritucci. In questo periodo si migliorano i forni fusori, vengono emessi regolamenti per lo sfruttamento boschivo, in più il polo venne restaurato e raddoppiato in dimensioni e la costruzione di un complesso più moderno dislocato nell’area delle Vecchie ferriere di Stilo: Piano della Chiesa. In questa zona si costruiscono nuove ferriere tra cui la Robinson, una fonderia di cannoni e una fabbrica di fucili nella quale se ne fabbricavano solo i componenti. Fu inoltre potenziato il collegamento stradale tra le miniere di Pazzano e Mongiana.
Migliorano anche le condizioni dei lavoratori: orario ridotto lavoro, assistenza medica, pensione e istruzione pubblica. Il periodo francese quindi è stato motivo di crescita e sviluppo per il polo siderurgico calabrese e per tutti i suoi abitanti.
Grazie ai cambiamenti apportati durante il periodo di governo francese di Gioacchino Murat, si passa a una fase di produzione anche ad usi civili: il ferro per la ferrovia Napoli-Portici, il ponte Real Ferdinando sul Garigliano e Cristina sul Calore. Il capitano D’Agostino nominato “Istitutore delle fonderie” e il suo allievo Panzera, a conoscenza dei miglioramenti della siderurgia in Francia nel 1838 grazie a un loro viaggio iniziano a modernizzare il complesso calabrese con l’utilizzo di carbone di Faggio ed altre tecniche innovative, le quali trovarono realtà nelle fusioni a partire dal 23 luglio del 1841. D’Agostino fu promosso a Primo Maggiore e Panzera Capo-Fonditore. Lo stesso anno vengono completati i lavori della nuova fonderia Ferdinandea, iniziati nel lontano 1789.
Nel 1852 viene fatta costruire ad opera dell’Ingegnere e Architetto Domenico Fortunato Savino, una nuova fabbrica d’armi in sostituzione alla fabbrica di fucili del periodo francese: la Fabbrica d’armi di Mongiana.
Le ferriere allora attive erano: Cubilotto, San Bruno, San Carlo, san Ferdinando, San Francesco, Santa Teresa e la Real Principe successivamente Robinson.
Nel 1864 la commissione per le ferriere vende gli stabilimenti e i boschi della zona alla Società Generale del Credito Mobiliare e Banco Nazionale. La scoperta provocò incredulità, poi dispetto, risentimento e protesta; infine, violenza. Ci furono furti, saccheggi, vandalismi ai danni delle ferriere.
Alla fine del 1860 nasce la Società Operaia di Mutuo Soccorso per l’assistenza agli operai degli stabilimenti di Mongiana, dopo qualche anno venne sciolta per mancanza di iscrizioni.
Nel 1874 il governo italiano vende tutti gli stabilimenti siderurgici del polo e i boschi del circondario ad un’asta vinta da Achille Fazzari, ex garibaldino e poi parlamentare. Fazzari tentò di riattivare il centro chiuso. Nel 1875 l’ingegnere Dainelli approva l’idea e nel 1881 riprendono i lavori nelle esistenti miniere di Scolo, San Ferdinando e M. Cristina.
Fazzari alla fine abbandonò i beni di Mongiana anche per l’assenza di aiuti da parte del governo. Si dedicò tuttavia alla zona della Ferdinandea dove vi era la produzione di acqua minerale, una piccola centrale idroelettrica, e segherie, e per diventa un importante centro economico calabrese.